lunedì 2 novembre 2009

Chi è Antonio Bardellino?

Antonio Bardellino
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mercoledì 14 ottobre 2009

Chi è Michele Zaza?

Michele Zaza
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Michele Zaza (Napoli, 10 aprile 1945Roma, 18 aprile 1994) è stato un criminale italiano. È considerato uno dei più famigerati boss della camorra napoletana appartenente al clan Mazzarella.
Figlio di un pescatore di Procida, è partito da Santa Lucia ed è arrivato ad essere affiliato alla Cosa Nostra siciliana. Aveva costruito un impero che fatturava circa 700 miliardi l'anno basandosi sul contrabbando, attività illecita tra le più redditizie nel corso degli anni '70 ed '80 nel napoletano.
Fu arrestato in Francia a Villeneuve-Loubet il 12 maggio del 1993[1] con l'accusa di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e duplice omicidio. Quest'ultimo reato si riferisce all'uccisione di due contrabbandieri siciliani, Alfredo Taborre e Giuseppe Barbera, assassinati nel giugno del 1977.
È morto di cause naturali a 49 anni al policlinico Umberto I di Roma il 18 luglio del 1994. Parente stretto dei tre fratelli Mazzarella Ciro, Gennaro e Vincenzo capi di uno dei piu potenti clan della camorra napoletana.
Altri link:

Clan Nuvoletta

Il nome del clan Nuvoletta comincia ad apparire insinstentemente nelle cronache cittadine quando si conoscono i principali artefici della Nuova Famiglia, l'organizzazione contrapposta al disegno cutoliano. Dopo dieci anni di latitanza, don Lorenzo Nuvoletta, il capostipite della famiglia, viene arrestato nel dicembre del 1990. «Complimenti, siete stati bravi» dice ai carabinieri. Lui è erede di una famiglia di latifondisti (i Nuvoletta, appunto) della zona di Marano , cittadina dormitorio a nord di Napoli, a ridosso della zona ospedaliera.Il nonno e poi la madre accumulano possedimenti terrieri, con coltivazioni di frutta, esportata in altre zone. Poi i contatti con la Sicilia, frutto di una parentela con la famiglia Sciorio. Le sue telefonate con il capomafia Luciano Liggio vengono più volte intercettate dai carabinieri. Di don Lorenzo parla anche il superpentito della mafia Tommaso Buscetta: «In Campania vi sono tre famiglie mafiose, guidate da Michele Zaza, Antonio Bardellino e dai fratelli Nuvoletta. Ma i campani sono rappresentati nella commissione, la cupola mafiosa, dal più anziano dei fratelli Nuvoletta, cioè da Lorenzo». Negli anni 90 don Lorenzo viene considerato, con Carmine Alfieri, l'espressione di capi collegati a «imprenditori mafiosi», come il giudice Paolo Mancuso definisce i costruttori maranesi Pasquale Liccardo e Domenico Di Maro. Eccone le caratteristiche tracciate dal magistrato: «L'imprenditore mafioso si distingue dal mafioso imprenditore, rappresentato dal capobanda che, come i Nuvoletta, si converte, acquisendone i necessari mezzi economici, ad attività imprenditoriali nelle quali investe i profitti delle proprie attività delittuose. L'imprenditore mafioso è invece colui che, già dotato di una propria struttura e professionalità imprenditrice, viene inserito nell'organizzazione al fine di razionalizzarne gli investimenti di capitale, di distribuirne i profitti tra i componenti, di fungere da cassiere cui far pervenire gli utili dell'organizzazione ed a cui attingere per ogni necessità della stessa».Aziende di calcestruzzo, imprese di pulizia, controllo di azioni di alberghi, edilizia, forniture di enti pubblici, finanziamenti della Cee per produzione agricola, allevamenti ippici: questo l'impero economico, ricostruito dagli inquirenti, del clan Nuvoletta. Un impero da 1200 miliardi di fatturato. Sono parte di proventi nazionali da attività illegali che il Censis, nel 1985, ha calcolato aggirarsi sui 100 mila miliardi. Ma, agli inizi degli anni Novanta, quelle cifre già sono lievitate a 120 mila miliardi. Di questi soldi, 40 mila miliardi sono profitti da traffico di stupefacenti e 30 mila miliardi da estorsioni. Fatturati da far invidia alla Fiat.Uso di prestanomi, buoni rapporti con le segreterie dei politici (con particolare riguardo agli assessori locali), intimidazione (spesso solo spendendo il nome del capoclan) di eventuali aziende concorrenti, prezzi concorrenziali per la disponibilità continua di liquidità (che non manca mai con i traffici illegali di droga e le estorsioni), rapporto paternalistico, e non sempre rispettoso degli obblighi previdenziali, con i dipendenti: queste le caratteristiche delle attività imprenditoriali gestite dal clan Nuvoletta. Un impero che ancora oggi, dopo la morte di don Lorenzo, sembra ancora forte ed influente, e non solo a Marano.

Chi era Nuvoletta? Wiki lo descrive così...

Salvatore Nuvoletta
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« So di dover morire, me lo hanno detto ma non ho paura, io sono un carabiniere! »
(confessione fatta alla madre poco prima della sua morte)



Salvatore Nuvoletta (Marano di Napoli, 1962Marano di Napoli, 2 luglio 1982) è stato un carabiniere italiano, assassinato dalla Camorra, insignito della medaglia d'oro al valor civile.
Salvatore Nuvoletta nasce a Marano di Napoli da una famiglia con sani principi morali e seguendo il suo senso di giustizia e di legalità diventa carabiniere all'età di 17 anni. Trasferito come primo incarico alla caserma dei carabinieri di Casal di Principe, durante un conflitto a fuoco tra carabinieri e alcuni criminali legati alla camorra fu ucciso nel giugno del 1982 il pregiudicato Mario Schiavone. Il 2 luglio 1982 si trovava nel suo paese natale e, mentre aveva un bambino sulle ginocchia nei pressi di un esercizio commerciale di un suo parente, un commando di killer gli si avvicina e chiamandolo per nome (accertandosi della sua effettiva identità) lo uccidono. Salvatore spinge il bambino via dalla strada salvandogli la vita; il fanciullo, grazie a questa pronta reazione del giovane carabiniere ebbe salva la vita, al tempo aveva 9 anni e fu identificato in Bruno D'Aria, classe 1973. La motivazione della barbaria fu a lungo sconosciuta finché da confessioni rese successivamente del pentito Carmine Schiavone si seppe che l'omicidio fu conseguenza dell’uccisione di Mario Schiavone, colpito a morte nel mese di giugno del 1982 durante un conflitto a fuoco con i carabinieri della stazione di Casal di Principe. Quindi fu una ritorsione camorristica capeggiata da Antonio Bardellino. Fu ucciso nella sua città natale, dopo che i casalesi chiesero il benestare per uccidere un militare del loro paese alla nuova famiglia Nuvoletta. L’omicidio si consumò per mano dei Nuvoletta. In seguito si scoprì che Salvatore Nuvoletta, il giorno dell'omicidio del pregiudicato Mario Schiavone era a riposo settimanale, quindi assolutamente estraneo dal conflitto a fuoco. Alla sua memoria viene assegnato la medaglia d’oro al Merito Civile per aver sacrificato la sua vita per contrastare la criminalità organizzata. Inoltre fu lodato dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.



martedì 13 ottobre 2009

Benvenuti sul mio blog!

Ciao a tutti!
Il mio nome è Alessio, l'ideatore di questo blog. Ho deciso di aprire questo spazio gratuito dedicandolo esclusivamente alla trattazione della criminalità organizzata, la cosiddetta "mafia" e a tutte quelle storie che sono da anni sepolte sotto questo mistero e che vivono grazie al ricordo di qualche eroe che ha deciso di raccontarle. Dalla nascita fino ai nostri giorni, un interno percorso che farò, anzi che faremo insieme, nel ricostruire la storia delle più importanti famiglie mafiose d'Italia.
Bene, siamo giunti alla fine della presentazione.
Prima di iniziare a leggere e interagire cn il blog, vi inviterei a presentarvi nel blog e potete farlo già da ora in via provvisoria sotto alla presentazione (sotto al post quindi) per poi passare, una volta ultimata la struttura del blog, ad una sezione specifica.
Buon Blog!

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